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sabato 31 marzo 2018

Iniziare a risorgere.

Il Web talvolta regala parole fondanti e fondamentali che penso sia un peccato smarrire ed è per questo motivo che vorrei proporre le meravigliose parole di Alessandro Dehò che ho casualmente trovato in Rete.
Grazie per questa mirabile riflessione!

“Passato il sabato”, attraversare senza fretta ogni sabato della vita, camminarlo con lentezza, quella propria del tempo che concede silenzio e cura. Passare il sabato è imparare a vivere rallentando il respiro, respirando il respiro di Dio. Risorgere non è qualcosa che sarà, si risorge adesso, ogni volta che ci immergiamo in quel silenzio profondo che ci permette di rallentare la vita, sciogliere le tensioni, guardarci con infinita compassione. Pasqua non è evento che sarà, alla fine, è ciò che sperimentiamo già qui, in ogni respiro che scende in profondità, ad accarezzare le nostre resistenze, a baciare le nostre rigidità. Risorgere è lasciarsi partorire dal sabato.
“Comprarono oli aromatici per andare a ungerlo”. Resurrezione non è qualcosa che sarà, è il profumo della vita che sperimento già qui, adesso, quando riconosciamo di essere vivi grazie alle profumate unzioni amorose che i fratelli e le sorelle stendono sulle nostre carni affaticate. Quando sentiamo il profumo di incenso e di mirra ad illuminare come foglia d’oro il Natale di ogni vita che nasce. Quando piangiamo d’amore con la donna del Cantico che nel profumo respira il suo amato, quando entriamo nelle lacrime della donna che bacia e accarezza i piedi di Gesù. Viviamo da risorti se la nostra storia è raggiunta dal profumo anche quando è incastrata in un sepolcro. Viviamo da risorti se le nostre parole, i gesti, i silenzi, il nostro camminare la vita sanno profumare almeno qualche volta le storie che incrociamo. (Poi il profumo non lo vedi ma è ciò che penetra ogni cosa, poi il profumo rimane sul palmo della mano di chi accarezza e di chi è accarezzato, poi il profumo arriva anche quando abbiamo gli occhi chiusi).
“Di buon mattino, il primo giorno della settimana (…) al levare del sole” Resurrezione non è qualcosa che sarà ma è qualcosa che è già qui, quando sentiamo il respiro delle cose che iniziano. Risorgere è lasciarsi toccare il cuore dal mattino che si schiude paziente al sorgere del sole, è respirare tutti i primi vagiti dei bambini che stanno nascendo, è commuoversi per i cuori che si stanno innamorando per la prima volta, è morire con chi muore sentendo che quello è solo un nuovo inizio, è commuoversi per il primo passo, per il primo bacio, per la prima parola, ma anche per la prima delusione, la prima caduta, la prima sconfitta. È imparare ad abitare ogni istante sentendo che ogni attimo è primo perché unico. E imparare umilmente da questi continui inizi. Imparare la disciplina del sorgere del sole in ogni ombra, alzarsi presto, alzarsi sempre, levarsi con il sole per riconoscere che ogni crisi, ogni morte, ogni apparente chiusura è solo un nuovo principio. Resurrezione è lasciarsi partorire da chi ci custodisce con sguardi ri-sorgenti.
“Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Resurrezione è aprire gli occhi, alzare lo sguardo sul reale. Che spesso è pesante, che è macigno che chiude, che è vita troppo greve persino da spostare, persino da sopportare. Risorti non sono occhi ingenui, non sono occhi che tralasciano la fatica di vivere. Risorto è chi riconosce una vita più grande dei suoi limiti. Chi impara che non è tutto affidato alle nostre poche forze, che nella vita succedono cose che ci superano. Non siamo noi a spostare certi massi, non siamo noi ad aver fissato il cielo sopra le teste, e le stelle in quello stesso cielo, ad aver srotolato i prati, ad aver riempito di vita il cielo e il mare. Non siamo noi a dover spostare tutti i massi, la vita è più grande di noi. Possiamo fermarci, riconoscere che non ce la facciamo, che alcuni scogli sono davvero troppo pesanti. Ma possiamo anche riconoscere che le cose che ci riempiono davvero il cuore sono tutte più grandi di noi. Che ogni volta che camminiamo il Creato, se siamo attenti, sentiamo il respiro vitale in ogni essere. Che nascere, crescere, amare, generare, morire, le uniche cose che contano davvero nella vita, sono tutte più grandi di noi, sono massi d’amore, abitati da forze che ci superano.
“Entrate nel sepolcro videro un giovane seduto sulla destra vestito di una veste bianca ed ebbero paura”. Occorre entrare nei sepolcri della vita, occorre seguire la vita fino in fondo per lasciarsi sorprendere dalla vita sessa: che per fortuna non ci fa sempre trovare ciò che cercavamo. Cercavamo un cadavere e troviamo un giovane, cercavamo un corpo nudo e avvolto in un lenzuolo, troviamo un copro rivestito e seduto e vivo.
Resurrezione non è solo qualcosa che sarà, è la nostra capacità di lasciarci stupire dalla vita che inventa imprevisti. Capacità di ri-credersi, e quindi di ri-credere. Dobbiamo smettere, se vogliamo davvero risorgere, di scrivere di fretta finali scontati. Sulle nostre vite prima di tutto: se ho sbagliato devo pagare, se mi sono comportato in un certo modo sicuramente ne subirò le conseguenze, visto che ho fatto alcuni errori ormai tutto è deciso. Questo è l’inferno, è vivere un copione scritto da altri, una vita senza fantasia, una parte da interpretare. Risorgere significa accettare lo stupore, credere nell’imprevisto, lasciarsi trovare da ciò che non cercavamo. E questo fa anche paura. Perché la gente che abbiamo intorno questo non lo vuole. Molto meglio una vita che scorre inevitabile e prevedibile. Lo sguardo da risorti è dire che si può ricominciare e ricredersi e ricredere. A partire da qualsiasi sepolcro. E diventare complici dell’imprevisto, complici della fantasia divina.
Che poi quel giovane è un rimando chiaro alla liturgia battesimale. Vivere da risorti è assumere seriamente la logica del battesimo, è morire e riemergere continuamente, è trasformare le acque da violenza che travolge (Mar Rosso) in liquido amniotico, questo fanno i risorti, nascono, nascono sempre, rinascono dall’alto, perché la vita diventa un grembo e ogni giorno chiama a nuove rinascite. Resurrezione non è qualcosa che sarà, è uno stile che testimoniamo già qui rinascendo ogni giorno e aiutando chi vive accanto a noi a partorirsi a vita sempre nuova.
“Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”. Vivere da risorti è un cerchio che non si chiude. In una frase tutta la vita di Gesù. Ma il cerchio del Nazareno crocifisso non si chiude con la morte. Rimane una sospensione. Non è qui. Rimane un Vuoto, Rimane una richiesta di continua ricerca. Rimane il profumo dell’amato. E la nostalgia e la sicurezza che lui è, adesso, per me.
Dove trovarlo? Cercandolo. Sappiamo che ci precede. E questo è davvero il compimento dello sguardo risorto. Noi siamo davvero risorti, adesso, quando impariamo a sentirlo precedente i nostri passi. La vita succederà sempre libera e imprevista, ma sopravvivremo alla paura perché potremo trovare il Vivente in ogni angolo della nostra storia, anche in quelli più bui, ad aspettarci. E non si sarà luogo o tempo o esperienza o errore o sepolcro disabitato. Solo servono occhi educati a risorgere, qui e ora."

mercoledì 28 marzo 2018

"Nel tuo sorriso!"

Tratti somatici
di due nobili anime
che congiungendosi
vita ti diedero
in te
assumono sembianza.
La certezza
di trovare il conforto sicuro
che il Mondo più non assicura
in te
abita incessantemente solida.
La freschezza
di teneri anni
 accompagnanata alla maturità
di ammirabile Uomo
che pienamente vive l'esistenza
e
di ogni giorno
opera d'arte ne trae
plasmando
l'accortezza
la scoperta,
e
la conoscenza.
L'ardore
di chi non si risparmia
e
sempre un gesto ed una parola spende
per esserci concretamente
in te
questa connotazione
prende vita
costantemente.
La meraviglia
di chi sa di non aver visto ancora tutto
ma ha osservato tanto
e
da ogni passo compiuto in avanti
scoperta ne ottiene
in te
alberga rinnovata e pura.
Riaffiora
sul tuo volto dal sole accarezzato
carattetirstica è di te esemplare.
La somiglianza,
la certezza,
la freschezza
l'ardore
e
la meraviglia
in te
trovano esistenza
e
come liberazione di vera gioia
si sprigionano
nel tuo sorriso!





sabato 24 marzo 2018

Al buio per la Terra: Earth Hour 2018.


Dal 2007 quando il WWF lanciò l'iniziativa "Earth Hour" partendo dalla sola città di Sidney, in questi undici anni Earth Hour è diventato un evento annuale i quali protagonisti sono il Pianeta Terra ed i suoi abitanti.
Earth Hour è ormai un appuntamento fisso per riflettere sui cambiamenti climatici, sulla biodiversità, sull'importanza della salvaguardia dell'Ambiente e degli animali in via di estinzione.
Earth Hour è un evento consolidato che si è sviluppato globalmente e che richiama tutti noi cittadini del Mondo alla sensibilità, al rispetto ed al grande monito  del preservare per noi e soprattutto per le Generazioni future l'immenso patrimonio naturale che è la nostra casa e dimora.
Earth Hour invita tutti a compiere un piccolo ma importante gesto che non costa nulla ma che vale molto: spegnere tutte le luci per un'ora dalle 20:30 alle 21:30.
Oggi 24 Marzo è la giornata dell'Earth Hour 2018. 
Spegnere le luci è un gesto simbolico durante l'Ora della Terra che vuole dare al Mondo  un futuro sostenibile vincendo i cambiamenti climatici.
Per essere parte del cambiamento di rotta non serve solamente l'impegno delle Istituzioni, delle Aziende e delle Imprese, ma questa valida volontà deve partire da ciascuno di noi, da ogni singolo cittadino del Mondo.
Solo tutti insieme possiamo mettere in atto una controtendenza e fare la differenza, non solo per il nostro bene ma per l'intera comunità globale e per la nostra Terra!
Join it!

giovedì 8 marzo 2018

"Orgogliosamente Donne!"


Dell'esistenza
di ogni essere umano
principio generante
e
fondativo.
Amazzoni dell'Età Contemporanea
con in braccio un bambino
e
nella mente miriadi di progetti.
Creature nate
da una costola
ma
non minoritarie.
Protagoniste della storia
da immemore tempo
ed
eredi di ideali da perpetuare.
Madri e Sorelle,
Amiche e Casalinghe,
Professioniste e Suore
ognuna diversa
ma
ognuna uguale
nella propria vocazione.
Aspiranti artefici
di un futuro
egualitario e giusto
dove
il sorriso e la temperanza,
l'ascolto e la parola,
il conforto ed il rimedio,
il coraggio e la semplicità,
le lacrime e la perseveranza
sono gli elementi
essenziali
e
caratterizzanti.
Protagoniste di un tempo
che
non deve violarle
perchè in esse
è
la vita,
il sogno,
la speranza.
Ognuna unica ed irripetibile nel proprio essere
ed
accomunate dal medesimo
animo nobile.
In ogni parte del Mondo,
bambine, adolescenti, mature e vegliarde:
orgogliosamente Donne!