Viaggiando lungo il cammino dell'esistenza si presentano a noi innumerevoli volti ognuno dei quali cela una personalità insostituibile, ma sfogliando il libro della nostra vita ci accorgiamo che di molte Persone abbiamo solo un vago ricordo sfocato mentre altre Persone con il loro tocco lieve, talvolta fugace o persistente, hanno dato spessore e consistenza ai nostri giorni lasciando di sè una traccia in noi sfiorandoci l'anima e arricchendo pagine importanti del nostro passato che ritroviamo nel nostro presente grazie al tempo di qualità che ci hanno donato ed insieme a questo anche una piccola parte di loro che custodiamo nei ricordi più preziosi ed ai quali facciamo appello per ritrovare qualcosa di smarrito ma ancora vivo.
Guardando con gli occhi odierni il mio passato trovo una nobile presenza che ha plasmato parte del mio essere rendendomi più ricca umanamente.
Una Persona di tale calibro ed importanza è per me il Maestro Matteo Cavicchini: illustre Pianista di fama internazionale ma al contempo Persona di umile raffinatezza.
Nè il tempo che scorre, nè gli eventi possono tramutare la fiamma della stima e dell'ammirazione in dimenticanza e dal passato si giunge al presente tramite un filo conduttore: la Musica!
Dialogando con il Maestro Matteo Cavicchini riscopro oggi l'eccelso Musicista ed Uomo di nobili valori quale è ed è sempre stato attraverso un colloquio che abbiamo recentemente avuto e che con orgoglio riporto.
Dialogo con il Maestro Matteo Cavicchini:
- Maestro come e da quando è nato il tuo amore e la tua dedizione per la Musica?
"All'età di sette anni, con febbre a 39, nel "lettone" dei genitori, delirante (o così credevano mamma e papà) per un'influenza che da giorni mi obbligava a casa, ho espresso il desiderio di imparare a suonare il pianoforte. Convinti si trattasse di un capriccio passeggero mi portarono a casa un foglio sul quale erano scritte le basi elementari della teoria. Il mio viaggio con la musica iniziò in quel momento."
- Ti sei Diplomato nel 1995 presso il Conservatorio "Achille Peri" di Reggio Emilia, qual è stata la tua esperienza da studente del Conservatorio?
"La mia esperienza al Conservatorio è stata straordinaria. Sono entrato all'età di 13 anni, poco più che bambino e sono uscito a 23, poco meno di un uomo! Ho conosciuto musicisti splendidi, validi insegnanti e compagni di scuola meravigliosi. Con queste figure ho percorso un "capitolo" della mia esistenza unico e indimenticabile. Il Conservatorio è stato la mia seconda casa, e coloro che lo abitavano le mia seconda famiglia. Ancora oggi sono in ottimi rapporti con la stragrande maggioranza di loro, per confronti, consigli o semplicemente per scambiare due parole. Sono nati sodalizi artistici che negli anni mi hanno regalato grandi soddisfazioni, vivendo momenti intensi e unici in saggi, concorsi, Master e concerti. Di certo è stato il periodo più bello della mia vita."
- Ti sei formato, oltre che al Conservatorio, seguendo anche Corsi di Perfezionamento e Master. Quali sono i tuoi consigli da Pianista affermato nel panorama musicale per chi desidera intraprendere la carriera musicale come professione?
"Dopo il Conservatorio ho frequentato il triennio all'Accademia Internazionale Umbra e negli anni ho partecipato a corsi di alto perfezionamento pianistico, per approfondire i repertori e per maturare le scelte artistiche più consone al mio pianismo.
I consigli che posso dare alle nuove generazioni sono i seguenti: sicuramente il percorso accademico è d'obbligo, ma consiglio vivamente di procedere parallelamente con gli studi tradizionali, per una formazione più completa e per avere maggiori possibilità nel mondo del lavoro.
I consigli che posso dare alle nuove generazioni sono i seguenti: sicuramente il percorso accademico è d'obbligo, ma consiglio vivamente di procedere parallelamente con gli studi tradizionali, per una formazione più completa e per avere maggiori possibilità nel mondo del lavoro.
Consiglio una precoce attività artistica, che aiuti a preparare fisicamente e psicologicamente il "futuro" concertista, cercando di arricchire il più possibile il proprio bagaglio di esperienze, preparando repertori che comprendano la musica operistica, liederistica, cameristica, contemporanea, e non solo quella solistica, che molto raramente trova sbocchi professionali."
- Nella tua vasta carriera ti sei esibito in molte città italiane e Nazioni estere in varie formazioni: da quella solista, in duo fino a quella cameristica. Quali sono le diverse attitudini che bisogna possedere per esibirsi in queste tre formazioni?
"Ognuno di noi nasce con caratteristiche e inclinazioni artistiche differenti, negli anni si scoprono e si definiscono, grazie alle numerose esperienze che la musica offre e spontaneamente si dovrebbero abbandonare quegli ambiti nei quali non ci riconosciamo. Ecco, io sto ancora vivendo questa fase di ricerca, perchè amo accompagnare cantanti, amo il duo pianistico, amo la musica solistica, amo la musica da camera e amo la musica corale, senza distinzioni. La mia attività concertistica è decisamente caotica!
Le attitudini che occorre avere sono un buon orecchio, un giusto rispetto per colui o coloro che si esibiscono con te, tanta passione e tanto interesse."
Le attitudini che occorre avere sono un buon orecchio, un giusto rispetto per colui o coloro che si esibiscono con te, tanta passione e tanto interesse."
- Nel 2010 hai inciso con la corale "Francis Poulenc" la magistrale Missa "Et loquar cor ejus" con il Maestro Roberto Braglia Orlandini. Come è nato questo sodalizio e cosa si prova nell'incidere un disco?
"Il sodalizio con il Maestro Braglia è nato nel 2006. Eravamo colleghi alla Scuola Comunale di Musica, lui insegnava canto e musica da camera, io pianoforte; aveva bisogno di un pianista fisso, che lavorasse con la sua corale femminile, e preso da curiosità per i raffinati repertori che affrontavano, accettai senza riserve.
Arrivammo a preparare un repertorio molto vasto, di grande interesse, e i concerti risultarono decisamente apprezzati. In quel periodo scrisse la Missa, per coro femminile, voce solista e pianoforte e alla prima esecuzione partecipò il celebre sopranista Angelo Manzotti, che entusiasta dell'opera ne propose l'incisione alla sua etichetta discografica, la Tactus.
La mia esperienza discografica è stata importante, non semplice, ma molto importante. Si trattava di una "prima volta", e la consapevolezza che in due giorni avremmo dovuto incidere una Missa, un Beatus Vir e un Salve Regina, con un pianoforte gran coda Yamaha C7 (meraviglioso, ma sconosciuto alle mie dita!!), in teatro, mi metteva una discreta ansia. Sono stati due giorni snervanti, ne siamo usciti tutti provati. Non sono mancati momenti di divertimento, gioia e soddisfazioni, e non sono mancati momenti di tensione, smarrimento e delusioni, ma il tutto è stato ampiamente ripagato dal risultato finale!"
La mia esperienza discografica è stata importante, non semplice, ma molto importante. Si trattava di una "prima volta", e la consapevolezza che in due giorni avremmo dovuto incidere una Missa, un Beatus Vir e un Salve Regina, con un pianoforte gran coda Yamaha C7 (meraviglioso, ma sconosciuto alle mie dita!!), in teatro, mi metteva una discreta ansia. Sono stati due giorni snervanti, ne siamo usciti tutti provati. Non sono mancati momenti di divertimento, gioia e soddisfazioni, e non sono mancati momenti di tensione, smarrimento e delusioni, ma il tutto è stato ampiamente ripagato dal risultato finale!"
- Non solo Pianista ma sei anche Direttore del Coro di voci bianche "Les Choristes" che hai fondato nel 2013, quali sono le tue sensazioni da Pianista e quelle da Direttore?
"Sì, nel 2013, dopo una breve esperienza alla scuola primaria, con un laboratorio corale, ho formato il coro di voci bianche "Les Choristes".
Non ho un pianista che collabori con noi, quindi mi trovo a dover dirigere e suonare contemporaneamente. Ho bambini di 7-8-9 anni, che necessitano di un gesto chiaro e costante da parte mia, ma dovendo suonare mi limito a gesti saltuari. Per fortuna mi sono di grande aiuto i più grandi (10/13 anni), che con la loro vocalità, esperienza e maturità riescono a sopperire alle mancanze dei più piccoli."
Non ho un pianista che collabori con noi, quindi mi trovo a dover dirigere e suonare contemporaneamente. Ho bambini di 7-8-9 anni, che necessitano di un gesto chiaro e costante da parte mia, ma dovendo suonare mi limito a gesti saltuari. Per fortuna mi sono di grande aiuto i più grandi (10/13 anni), che con la loro vocalità, esperienza e maturità riescono a sopperire alle mancanze dei più piccoli."
- Sei stato il mio insegnante di Pianoforte per molti anni e mi hai donato molto anche umananente attraverso le tue lezioni.
Quali sono le doti ed abilità che deve avere un buon Maestro di Musica quale tu sei? Quali elementi hai voluto trasmettere a tutti i tuoi allievi? Cosa ti ha lasciato il tuo periodo da Maestro di Musica e quali consigli vorresti dare a chi volesse intraprendere la strada dell'insegnamento?
Quali sono i valori fondamentali del buon Insegnante?
"L'insegnante deve assolvere ad un numero di compiti, e i compiti sono soggetti ad una infinità di variabili. Un educatore deve possedere caratteristiche fuori dal comune: dev'essere carismatico, fantasioso, perspicace, testardo, sensibile, autorevole, a volte un poco "amico" (facendo molta attenzione), a volte un poco "nemico" (facendo molta attenzione). Occorrono pazienza, volontà e tanta umiltà, per essere all'altezza della missione, e quotidianamente si scopre che non esistono linee guida o certezze; occorre la consapevolezza che ogni classe è differente e ogni studente è unico.
Ho sempre cercato di trasmettere il più possibile ai miei studenti, nella speranza potessero portare a casa qualcosa di bello e autentico, con alcuni sono riuscito, con altri ho faticato senza risultati, con altri ancora non sono riuscito a trovare il giusto canale di comunicazione, ma posso serenamente affermare che mai nessuno è stato abbandonato o lasciato a se stesso, senza provare e riprovare possibili soluzioni!
L'esperienza didattica è un'esperienza di vita unica, per se stessi e per gli altri, altamente sconsigliato non provarla!"
Ho sempre cercato di trasmettere il più possibile ai miei studenti, nella speranza potessero portare a casa qualcosa di bello e autentico, con alcuni sono riuscito, con altri ho faticato senza risultati, con altri ancora non sono riuscito a trovare il giusto canale di comunicazione, ma posso serenamente affermare che mai nessuno è stato abbandonato o lasciato a se stesso, senza provare e riprovare possibili soluzioni!
L'esperienza didattica è un'esperienza di vita unica, per se stessi e per gli altri, altamente sconsigliato non provarla!"
- È possibile, secondo te, il connubio tra nuove istanze musicali e la Musica Classica?
"Argomento molto delicato! Il connubio tra nuove istanze musicali e Musica Classica è possibile certo, anzi può essere molto divertente e costruttivo per qualsivoglia genere musicale, credo però siano necessari punti di confine da non oltrepassare.
La musica si regge su precise regole strutturali, negli anni si sono modificate, percorrendo una linea orizzontale che ha portato alla fusione più linguaggi, con contagi di ogni genere. Oggi "sento" una sovrapposizione di stili talmente caotica che fatico a percepire le radici stilistiche di un brano. Questo è il segnale di un confine valicato, e il risultato ha inevitabilmente disorientato il pubblico, innescando un meccanismo di appiattimento culturale. Si sono sfocati i confini in modo irreversibile e il pubblico di oggi difficilmente può distinguere con competenza le proposte, ne consegue una grande crisi musicale, i cui devastanti effetti si leggono e si ascoltano quotidianamente!"
La musica si regge su precise regole strutturali, negli anni si sono modificate, percorrendo una linea orizzontale che ha portato alla fusione più linguaggi, con contagi di ogni genere. Oggi "sento" una sovrapposizione di stili talmente caotica che fatico a percepire le radici stilistiche di un brano. Questo è il segnale di un confine valicato, e il risultato ha inevitabilmente disorientato il pubblico, innescando un meccanismo di appiattimento culturale. Si sono sfocati i confini in modo irreversibile e il pubblico di oggi difficilmente può distinguere con competenza le proposte, ne consegue una grande crisi musicale, i cui devastanti effetti si leggono e si ascoltano quotidianamente!"
- Sei stato recentemente protagonista a Busseto nella casa dove Giuseppe Verdi visse dai 10 ai 18 anni per un Concerto di beneficenza a favore dell'Avis ed hai eseguito le composizioni di Giuseppe Verdi. Quali sono le emozioni nel riproporre e rievocare i grandi Compositori proprio nei luoghi del loro vissuto?
Il binomio Musica - Beneficenza può portare a grandi risultati in ambito solidale e sociale secondo il tuo punto di vista?
"Sono ospite spesso alla Casa del Giovane Verdi di Bussetto, ed è sempre grande l'emozione che accompagna l' esibizione sul suo pianoforte. Il legame che si è creato con la Signora Sichel (proprietaria della Casa) e i suoi ospiti si fa ogni volta più intensa e speciale, posso orgogliosamente dire che si è creato un vero e proprio rapporto d'amicizia e di stima. Eseguire musiche di Verdi in quella casa, su quello strumento, è un autentico onore.
A questi eventi non manca mai la beneficenza, la Signora Sichel è sempre disponibile e pronta ad aiutare il prossimo, con originalissime idee finalizzate alla raccolta fondi. Nell'evento di Ottobre, ad esempio, ha regalato all'AVIS un centinaio di libri della sua prestigiosa casa editrice, contenuti in una splendida valigia vintage, per permettere all'associazione di raccogliere danaro dalla vendita degli stessi, da poter utilizzare per l'AVIS di Busseto.
Meravigliose le persone che collaborano con lei, la Dottoressa Meri Rizzi e il Professor Corrado Mingardi."
A questi eventi non manca mai la beneficenza, la Signora Sichel è sempre disponibile e pronta ad aiutare il prossimo, con originalissime idee finalizzate alla raccolta fondi. Nell'evento di Ottobre, ad esempio, ha regalato all'AVIS un centinaio di libri della sua prestigiosa casa editrice, contenuti in una splendida valigia vintage, per permettere all'associazione di raccogliere danaro dalla vendita degli stessi, da poter utilizzare per l'AVIS di Busseto.
Meravigliose le persone che collaborano con lei, la Dottoressa Meri Rizzi e il Professor Corrado Mingardi."
- Il Filosofo Friederich Nietzsche affermava che "senza Musica la vita sarebbe un errore". Penso che tu concordi con questa frase, se dovessi riassumere in poche parole cosa rappresenta per te la Musica quali aggettivi e termini fondamentali utilizzeresti?
"La Musica rappresenta per me una ragione di Vita, grazie a lei riesco ad esprimere l'inesprimibile, riesco a trasformare in luce ogni zona d'ombra, riesco a colorare ogni tonalità di grigio e riesco a dare voce ad ogni mio più recondito sentimento.
Ritengo il suo valore universale, trascendentale ed eterno!"
Ritengo il suo valore universale, trascendentale ed eterno!"
- Un'ultima domanda: quali sono i must musicali immancabili nella tua Playlist?
"Confesso, non ho una playlist, il mio DAP contiene centinaia di brani di vario genere, e quotidianamente (in relazione al mio stato d'animo) i miei gusti richiedono brani differenti. E' raro che ascolti le stesse cose per più di due giorni consecutivi!
Oggi, ad esempio, ho voglia (e credo bisogno) di Mahler e... Freddy Mercury!"
Oggi, ad esempio, ho voglia (e credo bisogno) di Mahler e... Freddy Mercury!"
Grazie gentilissimo Maestro Matteo per avermi concesso questo piacevole dialogo.
L'immemso talento musicale unito all'amore incondizionato per l'Arte fanno del Maestro Matteo Cavicchini un eccellente punto di riferimento per il panorama pianistico.
Ma non solo Musica, il Maestro Matteo Cavicchini è anche un grande poeta dalla cui penna scorrono magistralmente parole che colmano il cuore di emozioni, così come quando le sue dita sfiorano i tasti di un Pianoforte!
Complimenti!!!
RispondiEliminaGentile Scrittrice/ore, La ringrazio. Buona serata.
EliminaHo letto questa bellissima intervista e non posso non complimentarmi con entrambi i protagonisti della stessa: l'autrice Valentina ed il suo intervistato il Maestro Matteo Cavicchini.
RispondiEliminaBravissima Valentina nel porre domande pertinenti e garbate e complimenti al Maestro Cavicchini che rispondendo esaustivamente e con la sua "umile raffinatezza" a tutte le domande ha dato esempio che con la passione e il sacrificio ogni traguardo è raggiungibile. Grazie maestro e Grazie Valentina.
Gentile Scrittrice/ore,
EliminaLa ringrazio per aver apprezzato il dialogo tra me ed il gentilissimo Maestro Matteo Cavicchini!
Posso affermare che sono onorata di aver potuto intraprendere questo piccolo ma importante Progetto con una Persona dello stimabile spessore artistico ed umano del Maestro Matteo Cavicchini. Dalle Sue cortesi parole comprendo che il messaggio che desideravo inoltrare con questo dialogo sia giunto perfettamente a destinazione.
Grazie a Lei per aver gradito il racconto di questo intreccio di vite.
Buona serata.
Grazie di cuore, chiunque tu sia!!!!
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